La chiesa di Santa Barbara de Montes situata nel territorio di Capoterra venne eretta nel 1280, su commissione dell’allora arcivescovo di Cagliari, Gallo, e deve il suo attuale aspetto artistico e architettonico ai frequenti interventi ristrutturativi e ampliativi compiuti nel corso dei secoli.
L’edificio sacro fu interessato dai primi lavori di rifacimento nel periodo compreso tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo; a questo periodo risale la costruzione lungo la parte laterale settentrionale e l’antica facciata rivolta ad Occidente, di un porticato contraddistinto da quattro arcate a tutto sesto sul lato maggiore, e tre lungo quello minore, sovrastate da una copertura lignea, utile ai frati per raggiungere il convento a Sud-Ovest del complesso religioso.
La chiesa accoglie al suo interno una sola navata di forma rettangolare con abside rivolta ad est, in direzione di Gerusalemme, secondo il tradizionale schema iconografico utilizzato negli edifici romani; il tutto realizzato con l’impiego di blocchi di arenaria disposti lungo la fascia inferiore, e blocchi calcarei lungo quella superiore.
La facciata principale presenta un frontone inquadrato da paraste, collocato su un’alta zoccolatura a scarpa, diviso in tre sezioni mediante una coppia di lesene con capitelli decorati da motivi figurati e vegetali.
Il portale d’accesso, oggigiorno murato, ci mostra nonostante tutto alcuni dei capitelli ed arco superiore a tutto sesto sorretto da mensole.
L’ingresso alla chiesa risultava preceduto da una scalinata realizzata onde evitare che la chiesa venisse allagata dalle acque piovane convogliate dal soprastante costone montuoso, nonché presenta tutt’ora trentotto nicchie circolari, oggi vuote, destinate alla conservazione di bacini ceramici decorativi, come ciotole e piatti dai colori vivaci.
Il prospetto settentrionale occupato dall’unico ingresso all’edificio sacro, è diviso in tre ordini mediante due lesene su zoccolatura a scarpa, il tutto coronato da archetti trilobati sorretti da piedritti, sopra percorsi da trentacinque cavità per il deposito di elementi decorativi.
Al 1739 risalgono i lavori di realizzazione della cappella con cupola dov’è posizionato l’altare maggiore, cui seguirono nei primi anni dell’Ottocento gli interventi di ampliamento dell’antica porticina laterale a tutto sesto, ricostruita in mattoni con arco a sesto ribassato.
La navata centrale coperta da tetto a capriate lignee accoglie sul fondo l’area presbiteriale di forma cubica, con abside sovrastato da una bassa cupoletta a bacino, dov’è ospitato l’altare maggiore di stile barocco, in marmi intarsiati policromi, impreziosito dal simulacro di Santa Barbara in legno intagliato e policromato.
Lungo le pareti della chiesa ricoperte da intonaco sono stati collocati una serie di sedili in muratura che, partendo dalla porta d’ingresso, si protendono da una parte fino a metà del lato breve di sinistra, e dall’altra raggiungono il piedritto dell’arco presbiteriale, interrotti solamente dall’altare destro, dedicato a Santa Barbara di Nicomedia, realizzato nel 1861 da Angelo Imeroni.
Seguì a partire dalla fine dell’Ottocento una lenta fase di declino per la chiesa di Capoterra, a causa non solo della soppressione degli ordini religiosi, ma soprattutto dell’incuria dell’uomo.
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