Scavi Archeologici di Ercolano
La città di Ercolano venne distrutta dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., che la coprì completamente di fango e cenere.
Annoverata nella lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO, Ercolano venne riportata alla luce già nel XVIII secolo, quando il principe austriaco D'Elboeuf, proprietario di una villa a Portici, durante lo scavo di un pozzo trovò un antico edificio decorato di marmi, che successivamente venne identificato come il teatro di Ercolano.
La prima vera e propria campagna di scavo avvenne tra il 1738 e il 1765 sotto il patrocinio di Carlo di Borbone e la direzione dell'Alcubierre.
Durante i lavori vennero asportate opere d'arte, templi, nonché la Basilica e la Villa dei Papiri.
Dopo un periodo di interruzione, gli scavi sono stati ripresi nel 1927 da Amedeo Maiuri, e sono tuttora in corso.
La zona che oggi è possibile ammirare è solo la parte di Ercolano più vicina al mare; restano, infatti, sotto la coltre di cenere parte del Foro, templi, case e necropoli.
Gli edifici visitabili sono:
la Casa d'Argo, così chiamata per la presenza di un affresco raffigurante una scena con "Io ed Argo", e caratterizzata da un giardino circondato da un peristilio con colonne e pilastri;
la Casa del Genio così chiamata perche al suo interno è stata riportata alla luce una statuetta marmorea di amorino o genietto, e composta da alcuni ambienti, un peristilio, e un giardino nella cui parte centrale si possono ammirare la vasca d'una fontana, di forma rettangolare con due absidi lungo i lati più corti;
la Casa dello Scheletro così chiamata per il ritrovamento al suo interno di molti resti umani, di cui si conservano il pianterreno con atrio, un ninfeo affacciato sul triclinio, nonché un cortile, una sala absidata, e un secondo ninfeo impreziosito da un sacello decorato;
la Casa dell'Albergo così chiamata per la sua estensione, risalente al periodo augusteo, comprende molte stanze, un bagno privato, un peristilio con giardino, e un quadriportico affacciato sul mare;
la Casa dell'Atrio a Mosaico così chiamata perché sia l'ingresso che l'atrio sono decorati da mosaici, è caratterizzata da un tablino chiuso sul fondo e diviso da due file di pilastri, nonché un portico finestrato nella cui parte centrale spicca un giardino comunicante con l'atrio, il triclinio e le altre stanze di rappresentanza. Da ammirare sul lato orientale del portico, quattro cubicoli decorati da pitture su fondo rosso raffiguranti le scene del "Supplizio di Dirce" e di "Diana al bagno".
L’abitazione comprende anche un loggiato ed una terrazza;
la Casa dell'Erma di bronzo così chiamata perché all’interno del tablino è conservata un'erma vigorosa ed incisiva;
la Casa a Graticcio caratteristica per la tecnica costruttiva impiegata, l'opus craticium.
La facciata dell’abitazione accoglie un portico sovrastato da un loggiato, che immette in un cortile scoperto da cui prendono luce gli ambienti dei due piani.
Da ammirare la suppellettile ancora presente nelle stanze del piano superiore;
la Casa dell'Alcova così chiamata per la presenza di un'alcova absidata, è il frutto dell’unione di due abitazioni, di cui la prima è caratterizzata da ambienti modesti, mentre la seconda rappresentava la dimora signorile.
L'atrio con pavimentazione in opus tessellatum ed opus sectile, conduce in una sala decorata da pitture, dove diparte un corridoio che immette in altri ambienti illuminati da un cortile;
la Casa della Fullonica o meglio casa della lavanderia, è caratterizzata dalla presenza di una serie di vasche utilizzate dai proprietari per lavare i panni;
la Casa del tramezzo di legno così chiamata per la presenza di un tramezzo in ligno che separa l'atrio dal tablino, è caratterizzata da un grandissimo atrio tuscanico con al centro l'impluvium ossia la vasca utilizzata per la raccolta delle acque piovane, che conduceva al cubicolo decorato da un mosaico pavimentale.
All’interno dell’abitazione è possibile ammirare una mensa in marmo alla cui base è posta una statuetta raffigurante la divinità frigia Atthis, nonché alcuni degli oggetti che impreziosivano la casa collocati in una bacheca dell'atrio;
le terme Centrali divise in due parte, delle quali una era riservata agli uomini, mentre l'altra era frequentata da donne.
Dalla sezione maschile diparte un corridoio che immette nella palestra porticata su tre lati, dove si apre anche lo spogliatoio con volta a botte, sedili e mensole.
Da qui si accede direttamente nel frigidarium e nel tepidarium, di cui il primo presenta una volta a cupola decorata da dipinti raffiguranti animali marini, mentre il secondo riscaldato grazie alla presenza di aria calda sotto al pavimento, conserva una pavimentazione musiva, con un tritone circondato da quattro delfini.
Segue il calidarium formato da una vasca per i bagni d'acqua caldi, e un labrum per le abluzioni con acqua fredda.
Le terme femminili sono precedute da un vestibolo che immette nell’apodyterium.
Peculiare è il pavimento musivo del tepidarium a disegni geometrici seguito dal calidarium, illuminato da un’apertura sita sulla sommità della volta;
la Casa di Galba composto da un peristilio d'epoca preromana, le cui colonne doriche in tufo vennero ricoperte di stucchi;
la Casa a due atri caratterizzata da un primo atrio con tetto sorretto da quattro colonne, dal tablino, seguito da un secondo atrio; il tutto termina con una sala.
Da ammirare la facciata composta da un portale con architrave tufaceo;
la Casa del Colonnato Tuscanico così chiamata per la presenza di un maestoso colonnato tuscanico lungo il peristilio, sul quale si affacciano il triclinio, le sale di rappresentanza e gli alloggi signorili;
il Sacello degli Augustali comprende una sala con tetto sorretto da quattro colonne, illuminata da una cascata da luce che scende dall’alto, grazie alla presenza di un lucernario.
Da ammirare le decorazioni delle pareti del sacello, che raffigurano Ercole, Giunone, Minerva, Nettuno, e Anfitrite;
la Basilica ad aula rettangolare, è divisa in tre parti da file di colonne. La parete di fondo accoglie un'esedra con due nicchie laterali.
I numerosi dipinti che decoravano le pareti della chiesa, oltre alle tante statue in marmo e bronzo, sono conservati presso il Museo archeologico nazionale di Napoli;
il Foro di Ercolano separato dal mercato grazie alla presenza di un arco quadriforme in marmi e stucchi, presenta sul lato settentrionale un complesso, preceduto da un portico, sotto il quale si aprono delle botteghe;
la Casa del Salone Nero così chiamata per la presenza al suo interno di una sala affacciata sul peristilio, impreziosita da dipinti su fondo nero raffiguranti pilastri e candelabri;
la Casa del Bicentenario presenta un atrio tuscanico con tetto compluviato e pavimento a mosaico, sul fondo del quale si trova il tablino, affiancato da due alae, di cui quella a destra è separata dall'atrio per mezzo di un cancello ligneo a transenna.
Il tablino pavimento in opus tessellatum è decorato nella parte bassa da uno zoccolo nero con elementi vegetali, mentre lungo le pareti sono raffigurati tralci, volute, maschere, e vasi.
Da ammirare uno degli alloggi del piano superiore, dove una delle pareti reca una un segno a forma di croce e nella parte sottostante vi era un piccolo armadio ligneo dalla forma di altare sul quale venivano innalzati i larari domestici;
la Casa del Bel Cortile disposta su due piani, è introdotta da un ingresso che svolge anche la funzione di vestibolo e di atrio; sul lati destro si aprono tre stanze, mentre sul fondo si apre il cortile caratterizzata da una scala con parapetto e ballatoio, che conduce al piano superiore caratterizzato da alloggi;
la Casa del Mosaico di Nettuno e Anfitrite appartenuta ad un ricco mercante, è tuttora in ottimo stato di conservazione con le merci sul bancone e le anfore in ordine.
L’atrio introduce nel tablino, seguito dal triclinio con mensa in muratura, pareti rivestite da mosaici, e in fondo un ninfeo con una nicchia centrale absidata affiancata da due nicchie rettangolari con orli e fondi ornati da conchiglie e madreperla, e la parte centrale affrescata da mosaici.
Da ammirare il quadro musivo posto sun un lato del ninfeo raffigurante Nettuno ed Anfitrite;
la Casa del Mobilio Carbonizzato accessibile da un portale in facciata che conduce in un ambiente sul cui lato destro è collocato il triclinio decorato da finte architetture.
L’abitazione presenta anche un cortile sul quale si apre una sala dove sono ancora visibili un letto tricliniare, un tavolino di legno; il cortile accoglie inoltre una cisterna, e sul fondo un larario domestico a forma di tempietto con timpano sorretto da due colonnine;
la Casa Sannitica con facciata preceduta da un marciapiedi, caratterizzata da un portale con piedritti sovrastati da capitelli corinzi che introduce in un fauce.
Da ammirare l'atrio impreziosito da un loggiato di colonne ioniche;
la Casa del Gran Portale così chiamata perché a facciata accoglie un elegante ingresso affiancato da due colonne laterizie, sormontate da capitelli in pietra decorati da figure di vittorie alate.
Le stanze interne affacciano su un vestibolo che comunica con un cortile sul quale si aprono gli ambienti dalle pareti decorate da pitture;
la Casa della Stoffa così chiamata per il ritrovamento al suo interno frammenti di tessuti, apparteneva quasi certamente ad una famiglia di artigiani e mercanti di stoffe;
la Casa dei Cervi affacciata sul golfo, è divisa in due zone distinte, ossia quella composta da atrio e triclinio, e quella caratterizzata dalle terrazze panoramiche.
L’atrio è seguito da una sala tricliniare, dalle pareti decorate da architetture, e il pavimento rivestito di mattonelle in marmo; qui sono custoditi i gruppi marmorei che danno il nome all’abitazione, raffiguranti "Cervi assaliti da cani".
Segue l’anticamera che conduce alla dispensa, alla cucina e alla latrina.
Da ammirare il quadriportico formato da quattro bracci e un corridoio coperto,al cui centro vi sono il giardino, il triclinio e due saloni di soggiorno;
le Terme Suburbane presentano in facciata un portale con timpano triangolare sorretto da colonne,
preceduto da una gradinata che immette in un vestibolo illuminato da un lucernario poggiante su quattro colonne; da ammirare l’erma marmorea di Apollo.
Seguono la sala occupata dalla piscina e dallo spogliatoio, la stanza del frigidarium, la sala del tepidarium, entrambe decorate da stucchi e marmi. In ultima vi era la sala denominata calidarium, alle cui spalle si apriva l'ambiente con le caldaie per il riscaldamento delle terme;
la Casa della Gemma così chiamata per il ritrovamento al suo interno di un gioiello d'età claudia, presenta un atrio, di tipo tuscanico, con pareti decorate da dipinti, separato dal tablino per mezzo di colonne; da qui attraverso un vestibolo ed un corridoio, si raggiungono gli ambienti affacciati su una terrazza;
la Casa del Rilievo di Telefo è composto di un vestibolo che conduce nell'atrio diviso in tre navate da due file di colonne, e decorato da maschere teatrali e figure di satiri in marmo; sul fondo si apre il tablino, mentre sul lato sinistro si aprono due porte che conducono ad una stalla.
Per accedere alla restante parte dell’abitazione bisogna scendere una scalinata che introduce in un peristilio con colonne in laterizio, con al centro una vasca rettangolare e sul quale s'affacciano tre sale di rappresentanza.
Un altro corridoio conduce ad una terrazza, sulla quale si aprono delle sale, in una dei queste venne riportato alla luce il rilievo neoattico raffigurante il mito di Telefo, che ha dato il nome alla casa;
la Casa del Sacello di legno così chiamata per il ritrovamento al suo interno do un sacello in legno a forma di tempietto nella cui parte sottostante vi è un armadio;
la Casa dell'atrio Corinzio presenta un portico ed un atrio delimitato da sei colonne; segue una stanza dove è collocata una vetrina entro cui sono conservate una trapeza lignea ed un castello di fibra vegetale;
il Pistrinum appartenete ad un corpo di fabbrica denominato Insula, è un forno, un tempo utilizzato per la macinazione del grano. Da ammirare due macine in pietra, una bottega con annessa stalla, due latrine, e un quartiere d'alloggio collocato nella parte superiore.
La Palestra situata nella parte orientale dell'Insula, è per tre lati delimitata da un portico con colonne, e nella parte restante accoglie un criptoportico.
Le due piscine interne sono accessibili tramite due ingressi monumentali;
l'Antiquarium accoglie oggetti d'uso comune e opere d'arte riportate alla luce durante gli scavi;
il Teatro formato da un doppio ordine d'archi e pilastri, era in grado di accogliere circa duemilacinquecento spettatori.
Pregevole era la decorazione del muro posto alla sommità della cavea, composta da statue bronzee raffiguranti personalità di spicco e membri della famiglia imperiale.
La scena, mentre, era adornata da lastre di marmi e impreziosita da colonne di marmo africano.