Acropoli di Alatri
L'Acropoli di Alatri, situata nel cuore del centro storico dell’abitato, è nota per le sue mura in opera poligonale, costituite da diversi strati di megaliti polimorfici.
Le mura raggiungono la loro massima altezza nell’angolo sud orientale denominato Pizzale, dove vi sono quindici grandi blocchi sovrapposti, alla base dei quali vi è un bassorilievo definito come un globo solare in onore al Sole che sorge da questo lato.
Per quanto riguarda le origini dell’acropoli sono state fatte diverse ipotesi; alcuni studiosi ritengono che risalga al VI secolo a.C., mentre altri sostengono che sia stata realizzata ben quattro secoli prima. In ogni caso la maggioranza degli esperti propende per una datazione al IV-III secolo a.C..
L'Acropoli consta di due porte d'ingresso: Porta Maggiore o Porta dell'Aeropago; Porta Minore o Porta dei Falli.
La porta Maggiore, che conduce in una galleria a dolmen, è caratterizzata da un architrave monolitico, ed è chiusa da un cancello o da travi, come testimoniano i fori ancora presenti.
Da notare lungo il lato della porta la cisterna risalente al II secolo a.C., e tre nicchie che sicuramente accoglievano le statue degli dèi protettori della città.
La porta Minore, che conduce in un corridoio ascendente coperto con monoliti, è denominata anche Porta dei Falli perché al disopra di essa ci sono tre incisioni di falli a simboleggiare la fertilità.
Al di sotto del lato settentrionale dell'Acropoli, vi sono i resti di un portico che venne fatto edificare dal censore Lucio Betilieno Varo intorno alla seconda metà del II secolo a.C. al fine di collegare l'acropoli al foro cittadino.
Il portico, originariamente, era caratterizzato da una lunga struttura colonnata che correva addossato al muro settentrionale dell'area sacra, e terminava in corrispondenza della rampa che tuttora costituisce l’accesso all'acropoli.