Abbazia di Farfa
L'Abbazia di Farfa deve il suo nome all'omonimo fiume che scorre poco lontano, e venne edificata nel V secolo ad opera di San Lorenzo Siro.
La prima abbazia venne realizzata nei pressi di un tempio pagano, dedicato alla dea Vacuna.
Distrutta dai Longobardi verso la fine del VI secolo, l’abbazia venne ricostruita nel 705 da Tommaso di Moriana, a cui si deve lo sviluppo e il benessere della struttura e dei territori ad essa appartenenti.
L’abbazia di Farfa essendo Imperiale, era fuori dal controllo pontificio, ma nonostante ciò era riuscita ad ottenere il controllo su circa seicento chiese e conventi, nonché su un centinaio di castelli e città fortificate.
Questo accade perché l’abate aveva il potere di un vero e proprio legatario imperiale incaricato della difesa del Lazio e della rappresentanza degli interessi imperiali presso la Santa sede.
L’abbazia visse un momento di splendore durante il Regno di Carlo Magno, che procedette alla trasformazione dell’originaria struttura, divenendo uno dei centri più importanti dell'Europa medievale.
La decadenza ci su con l’assedio da parte dei Saraceni, che costrinsero l'Abate Pietro I ad abbandonare Farfa.
L'abbazia conserva anche testimonianze di architettura carolingia visibili nella base dell'unico campanile dove si distinguono le caratteristiche lesene.