Porta Maggiore
Porta Maggiore si apre nelle Mura aureliane, e fu realizzata nel 52 sotto l’imperatore Claudio al fine di consentire all’omonimo acquedotto di oltrepassare le vie Praenestina e Labicana.
La struttura in opera quadrata di travertino fu costruita con blocchi in bugnato rustico e presenta due fornici, con finestre sui piloni, inserite in edicole con timpano e semicolonne di stile corinzio.
I due fornici consentivano il passaggio dell’attuale via Casilina e della via Prenestina. L’attico della Porta è suddiviso in tre fasce per mezzo di marcapiani, delle quali quelle superiori corrispondono ai canali degli acquedotti Anio Novus e Aqua Claudia.
L’inserimento del monumento all’interno delle Mura Aureliane risale al III secolo sotto l’imperatore Aureliano.
Nel 402 venne fortificata sotto l'imperatore Onorio, che procedette all’avanzamento delle due aperture verso l’esterno, e alla costruzione di un bastione che divideva la porta in due a difesa delle quali vi erano due torri quadrate poste ai lati e un bastione cilindrico centrale.
Al 1838, sotto papa Gregorio XVI, risalgono i lavori di restauro durante i quali si procedette alla restrizione degli accessi con la costruzione di quinte merlate.
Durante i lavori venne riportato alla luce il sepolcro di M. Virgilio Eurisace, fornaio alle dipendenze dello Stato, e di sua moglie Atistia, risalente al 30 a.C., e visibile fuori della porta.