Villa Reale di Monza
La Villa Reale di Monza con i suoi giardini ed un vasto parco fu costruita tra il 1777 e il 1780 su commissione di Maria Teresa d'Austria, e su progetto dell’architetto Giuseppe Piermarini, come residenza estiva per il figlio della Regina, Ferdinando II, Governatore Austriaco della Lombardia; città lombarda scelta per la salubrità dell'aria, e l'amenità del luogo.
Alla morte di Maria Teresa (1780), Ferdinando dovette fronteggiare il problematico rapporto con il fratello Giuseppe II, sovrano pronto a schierarsi dalla parte del popolo, e quindi del pubblico interesse; non a caso la costruzione dei due viali verso Milano e verso il borgo di Monza, non sono altro che l’espressione di questo nuovo modo di fare “politica”.
Con la morte di Giuseppe II (1790) ha inizio per il complesso reale un periodo di degrado, segnato dall’arrivo dei francesi a Milano, ai quali si deve un uso improprio e devastante, destinato a finire nel 1803, anno dell’avvio dei lavori di ripristino commissionati dal Vice Presidente della Nuova Repubblica, Francesco Melzi d'Eril, che abiterà saltuariamente la Villa, e le conferirà nuovamente l'originario ruolo di rappresentanza.
Nel 1805, Eugenio di Beauharnais, viceré del nuovo Regno d'Italia, risiederà nella villa dove accoglierà grandi personaggi, ed organizzerà ricevimenti, udienze, tali da far assumere al complesso il nome di Villa Reale.
Il 1815 segna la caduta di Napoleone, e il ritorno degli austriaci, il cui dominio si protrarrà fino alla seconda guerra di indipendenza, vale a dire nel 1859.
Seguì il governo di Casa Savoia, e l’insediamento nella Villa Reale del Re Umberto I, ai quali si devono i lavori di trasformazione eseguiti all’interno degli ambienti, ad opera di Majnoni, marchese di Villamarina, e dell'architetto Tarantola.
Alla morte di Umberto I, avvenuta a Monza il 29 luglio del 1900, Vittorio Emanuele III, ordina la chiusura della villa e il divieto di accesso ad alcuno.
Dal 1919, anno del passaggio di proprietà al Demanio dello Stato, ai coevi lavori di restauro, la struttura visse un periodo di declino causato dalle continue operazioni di spoglio e occupazione durante la Seconda Guerra Mondiale.
Ai giorni nostri, Villa Reale è amministrata congiuntamente dai comuni di Monza e Milano, ed ospita periodicamente mostre ed esposizioni.
Il complesso edilizio principale che inizia nell'antistante viale alberato di accesso e prosegue nel giardino all'inglese retrostante, è composto dal corpo nobile centrale e dalle due ali, a cui si aggiungono i corpi di servizio laterali, le serre e le scuderie.
La facciata accoglie due scalinate doppie simmetriche che conducono alla corte d'onore, un atrio a pianta ottagonale con pavimenti marmorei geometrici occupato dallo scalone che conduce al secondo piano.
Da non perdere la visita: della cappella di corte dedicata all'Immacolata; del Serrone; della Rotonda, famosa per i pregevoli affreschi; del Teatrino; della Cappella di Corte; e del roseto che comprende circa cinquecento qualità di rose.
La chiesa dell'Immacolata situata all'esterno della villa, ha un impianto a croce greca, coperta da una volta a vela rinforzata da quattro costoloni che convergono in un oculo centrale.
L'altare maggiore inserito in un tempietto retto da colonne corinzie e sormontato da un timpano, accoglie la pala raffigurante la Vergine Immacolata.
Segue la visita al Teatrino costruito nel 1805 su progetto di Luigi Canonica, contraddistinto da cento posti a sedere, un palcoscenico in legno, di poco inclinato verso gli spettatori, e sul fondo una scena con soggetto mitologico, opera dell' Appiani.
La platea è coperta da una volta a forma di ombrello affrescato internamente da motivi floreali, strumenti musicali e maschere, mentre il soffitto del palcoscenico ha la volta in cotto dipinta.
Il boccascena è delimitato da due pilastri affrescati che terminano con un'arcata decorata internamente da nove rosoni di cui cinque quadrati, e quattro rettangolari.
Nel lato opposto al palcoscenico è situato il palchetto reale con pareti affrescate, e la balconata.
Procediamo con la visita alla Rotonda realizzata nel 1790 dal Piermarini, nello spazio di raccordo fra le ali basse di sinistra e il Serrone.
L’opera architettonica di forma circolare fu concepita dall’architetto come una specie di dépendance scenografica dove l'Arciduca potesse intrattenere gli ospiti e mostrargli le fontane, i camini girevoli, e le meravigliose piante esotiche
La Rotonda presenta, internamente: una serie di arcate scandite da paraste; quattro porte di accesso, di cui una a specchio utile per nascondere un passaggio segreto di raccordo tra la Rotonda e la Villa; uno splendido pavimento in marmo bianco di Carrara; e un soffitto, a volta, con medaglione centrale.
Da ammirare i pregevoli affreschi che decorano le pareti della dépendance raffiguranti la favola tratta dall'Asino d'oro di Apuleio, e la favola di Amore e Psiche.
Nella Rotonda si apre un portone che conduce al Serrone, situato nella parte meridionale sinistra dell’ala laterale, edificato nel 1790, su progetto dell’architetto Piermarini.
La struttura lunga 100 metri, conteneva piante esotiche e rare, nonché agrumi di ogni genere,e fu realizzata in cotto intonacato, con tetto ad una sola falda spiovente retto da una serie di capriate.
Dal 1985 il Serrone ospita la sede di rassegne e mostre inerenti l'arte moderna e contemporanea.
Da non perdere la visita all’appartamento privato di Umberto I frutto dei lavori di rifacimento eseguiti alla fine dell’Ottocento ad opera dell'architetto Achille Majnoni d'Intignano.
Pregevole la tappezzeria moirée rossa moderna, gli stucchi barocchi della volta, nella cui parte centrale é presente anche un affresco raffigurante "Apollo tra le nubi", un mascherone seicentesco appartenete ad una delle tre porte d’ingresso, il camino a marmi policromi in stile seicento con fondale di mattonelle a fiori, e un parascintille in bronzo dorato e traforato.
All’architetto Piermarini si devono anche gli splendidi giardini che circondano Villa Reale, orientati secondo l'asse est-ovest, e comprendenti i giardini formali caratterizzati da “parterres” geometricamente disegnati e comprendenti nell'area accanto alla corte d'onore, il giardino dei frutti e delle verdure a sinistra e quello degli agrumi a destra.
Un’altra importante area del giardino formale è situata lungo un asse secondario, perpendicolare a quello principale, denominata Giardino delle Rose, che nei primi anni dell'Ottocento accoglierà numerose varietà di questo fiore, coltivate da Luigi Villoresi.
Alla prima metà del Novecento risalgono gli interventi nell'area prospiciente il palazzo, finalizzati alla realizzazione di due specchi d'acqua con aiuole, e alla trasformazione dell’area destinata alla coltivazione degli agrumi in roseto.