Castello di Mesagne
Il castello di Mesagne risalente al periodo normanno, deve il suo attuale aspetto ai lavori di rifacimento finalizzati a trasformarlo da fortezza a residenza feudale.
I lavori di modifica furono eseguiti nel 1660 dall'architetto Francesco Capodieci, e su commissione dei De Angelis, che seppe armonizzare i vecchi ed i nuovi corpi di fabbrica a tal punto da far sparire sul piano esteriore ogni diversità.
Nel corso del ‘900 le stanze del castello furono adibite a diversi scopo, si pensi all’attuale “auditorium”, dove fu allestita una sala cinematografica, sostituita poco dopo da una sala giochi, oppure al cortile interno dove si affacciavano gli uffici, le associazioni e molte abitazioni private, o ancora alle stanze dell’ala meridionale dove le suore Antoniane, avevano realizzato un asilo infantile.
Nel 1973 il Comune di Mesagne acquistò il castello dal marchese Ugo Granafei
Oltrepassato l’ingresso del castello incontriamo subito l’Auditorium, il cui pavimento accoglie le bocche delle cisterne olearie, alla cui destra vi è l’accesso al torrione composto da cinque locali di cui quello centrale accoglie le scale di accesso alle carceri, ed un pozzo di acqua sorgiva.
Al di sotto del pavimento della sala, dove si trova la tomba messapica a semicamera, si trova la neviera, un ambiente sotterraneo, rivestito in legno, dove veniva immagazzinata la neve, utilizzata per conservare le vivande.
L’ultimo ambiente di quest’ala era rappresentato dalla cucina che immette sul cortile interno.
Il viaggio nelle segrete del castello continua nella stanza dove sono ospitati i resti del mosaico pavimentale dell’impianto termale romano di Campofreddo, comunicante con la sala dove sono custodite le cisterne olearie.
Ritornando nell’atrio, raggiungiamo la loggia la cui copertura era sorretta da una doppia fila di colonne, affiancata da una scala laterale che conduce agli appartamenti nobiliari, decorati da splendidi affreschi, tra cui ricordiamo la Gran Sala, dove si tenevano banchetti e riunioni; coperta da un tetto a capriate lignee.
Segue la cappella privata, le cui pareti sono riccamente decorate con stucchi.
Da non perdere la visita alle carceri del castello collocate alla base del torrione, delle cui sei celle ne sono attualmente accessibili quattro, ciascuna dotata di una piccola finestra, nonché la visita al cortile interno ritenuto l’antica piazza d’armi, dove si riunivano i soldati prima di mettersi in marcia.