Castello e Duomo Vecchio di Milazzo
Il castello di Milazzo sorge sulla sommità del borgo antico dell’omonima città siciliana, fondata dai Greci intorno al 716 a.C., ma frequentata già in età neolitica.
Nell’843 sulle rovine greche, gli Arabi edificarono il primo nucleo fortificato che rappresenta ancora oggi la parte più antica del castello, al quale seguirono numerosi interventi di rifacimento, il primo dei quali fu eseguito durante il dominio Normanno ad opera dell’architetto Riccardo da Lentini; seguirono i lavori di ampliamento ad opera degli Svevi, e la costruzione della ponderosa cinta bastionata durante il regno aragonese di Alfonso il Magnanimo.
A partire dal XVIII secolo il castello perse la sua importanza strategica, e con essa anche il suo valore architettonico e storico, riacquistato solo negli ultimi decenni, grazie ai lavori di restauro eseguiti tra il 1984 e il 1986, nonché tra il 1992 e il 1994.
Il complesso fortificato si compone di una domus, edificio dalle caratteristiche residenziali, del mastio, denominata anche torre saracena, il tutto delimitato da una possente cortina muraria, angolarmente occupata da quattro possenti torri.
La prima opera che si staglia davanti agli occhi del visitatore è la cinta muraria spagnola il cui accesso principale si apre sotto il baluardo di Santa Maria, per la cui costruzione fu necessaria la demolizione della preesistente chiesa dedicata alla Madonna eretta nel 1527.
L’ingresso denominato “delle tre porte” perché tante chiudevano tale accesso alla fortezza appena varcato il ponte levatoio, presenta un primo arco di porta risalente agli ultimi anni del Settecento, seguito da una seconda porta inserita tra le mura sbarrata da un ponte levatoio, e sovrastata da caditoie o piombatoi utilizzate per il getto di vari materiali da difesa.
Alla sommità del castello si erge la “torre saracena” inserita a metà del lato occidentale della cinta, caratterizzata da un robusto blocco parallelepipedo con due elevazioni in opus incertum, e altrettanti ambienti interno divisi in due campate da grandi arcate ogivali.
A ridosso del mastio si erge la “domus” che consentiva di accedere al il punto di difesa opposto, preceduta da una cordonata che, dalla corte, attraverso un portale ogivale, immette in un atrio; da qui è possibile raggiungere i piani superiori e i camminamenti di ronda, o accedere alla sala principale scandita in tre campate mediante arcate, affiancata da un altro ambiente suddiviso da un arcata.
Tutt’intorno alla struttura fortificata si erge la cortina muraria i cui lavori iniziarono nel 1529, sotto l’imperatore Carlo V di Spagna, ad opera del vicerè di Sicilia duca Ettore Pignatelli, e terminarono intorno al 1575, seguiti da interventi di rimaneggiamento voluti dal duca di Feria, Suarez de Figuerosa.
Le mura realizzate tenendo conto della conformazione della cresta rocciosa sono difese angolarmente da quattro torri quadrate, di cui due disposte al centro dei lati corti, mentre altre due collocate sul lato lungo meridionale.
La cinta muraria costruita con pietrame informe legato con malta di calce idraulica, è cistuata ad una quota più bassa rispetto a quella delle mura duecentesche, ed è contraddistinta da una scarpa di rinforzo, ed un solo ingresso delimitato da due baluardi cilindrici, contrassegnato da un portale ogivale, sormontato dallo stemma aragonese e dai massicci mensoloni delle caditoie.
Al Cinquecento risale la costruzione dell’ultima cinta muraria caratterizzato da un bastione rettilineo, concluso ai due lati dal “baluardo del forte” e dal bastione di Santa Maria, fortificato da due rivellini, di cui uno posizionato al centro del fronte, mentre l’altro situato su un dirupo.
Da ammirare su uno sperone delle mura medievali, la figura di uno strano disegno, realizzato con conci di pietra lavica nera, che raffigura la forma stilizzata di un “magico insetto” che secondo molti rappresenterebbe lo scarabeo, al quale è legato il significato simbolico di esatto indice del solstizio d’estate, mentre salendo verso il mastio, sul lato destro si erge il palazzo dei Giurati, sede del Senato della Città di Milazzo, edificato nel primo ventennio del Trecento.
Contrassegnato da una cordonatura mediana e da paraste in pietra bianca, l’edificio tra il 1616 ed il 1637, fu annesso al Monastero benedettino, e trasformato nell’aula della nuova chiesa del Salvatore con abside quadrangolare.
Riacquistò la sua originaria funzione nel 1755, a seguito del trasferimento del monastero nel Borgo, che però non durò molto, anzi terminò nel 1801, anno in cui i civici magistrati si trasferirono nella città bassa, e il palazzo venne abbandonato al suo destino.
Da non perdere la visita al Duomo Antico costruito tra le mura del castello nel 1608, su progetto dell’architetto Camillo Camillani, in sostituzione della preesistente chiesa dedicata a Santa Maria demolita per far posto all’omonimo bastione della cinta muraria spagnola.
Consacrato nel 1616, il duomo presenta in facciata un magnifico portale tardo rinascimentale in marmo policromo, decorato da splendidi angeli, e sovrastato da una finestra rettangolare, fiancheggiata da due tondi laterali, di cui uno contenete la raffigurazione dei segni zodiacali, mentre l'altro occupato da un orologio solare.
La cattedrale ha internamente un impianto a croce greca, coperto da una sola grande cupola centrale, priva del tamburo, decorato da colonne con capitelli corinzi e fregi zoomorfi, nonché importanti opere d'arte.
Nella pizza antistante il duomo si possono ammirare i resti del monastero del Santissimo Salvatore eretto nel XIV secolo.