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Duomo di Cefalù

Il duomo di Cefalù, secondo un’antichissima leggenda, sarebbe stato edificato a partire dal 1131, su commissione di Ruggiero II come ex voto al Santissimo Salvatore, che durante una tempesta lo salvò dalle grinfie della morte facendolo approdare sulle spiagge della cittadina siciliana.
L’edificio religioso, nonostante le complesse vicende costruttive, che ne hanno modificato l’originario progetto, è diventato uno dei monumenti più belli ed emblematici di Cefalù e della Sicilia intera.
La tradizione vuole che il sagrato della basilica fosse anticamente un cimitero pubblico, e che i corpi fossero seppelliti con la terra appositamente portata da Gerusalemme, per volontà di Ruggero II.
La facciata realizzata nel 1240 da Giovanni Panettera, è inquadrata da due imponenti torri decorate da eleganti bifore e monofore, alla cui sommità svettano altrettante cuspidi piramidali di cui una a pianta quadrata con merli a forma di fiammelle simboleggianti la mitria papale e il potere della Chiesa, mentre l'altra a pianta ottagonale con merli ghibellini raffiguranti la corona reale e il potere temporale.
Precede l’ingresso alla chiesa un portico quattrocentesco caratterizzato da tre archi di cui due ogivali ed uno a tutto sesto, sostenuti da quattro colonne, sui quali si innestano volte a costoloni; qui si apre la “Porta Regum”, decorata da un portale marmoreo impreziosito da pitture.
La cattedrale presenta internamente un impianto a croce latina, diviso in tre navate separate da due file di colonne, otto per ogni lato, di cui quattordici sono di granito rosa, mentre due di cipollino, con basi e capitelli risalenti al II secolo d.C., sulle quali si innestano archi a sesto acuto.
Un arco sorretto da colonne divide la navata centrale dal transetto, dove cinque gradini consentono l’accesso al presbiterio, il cui lato destro è occupato dalla sedia episcopale, mentre quello sinistro accoglie la sedia regia con decorazioni a mosaico.
La pavimentazione in pietra grigia locale conferisce all’interno della chiesa un aspetto severo ed imponente, attenuato dalla presenza dei mosaici bizantini che rivestono la curva dell'abside, le pareti del presbiterio e le volte a costoloni.
Fra tutte le opere a mosaico risalta per bellezza quella che campeggia nel catino dell’abside centrale, per la cui realizzazione, Ruggero II chiamò importanti maestri bizantini provenienti da Costantinopoli; la figura dominante è quella del Cristo Pantocratore che, dall’alto dell’abside, benedice con la destra alzata mentre con la sinistra regge il Vangelo aperto sulle cui pagine si legge, in greco e latino: “Io sono la luce del mondo, chi segue me non vagherà nelle tenebre ma avrà la luce della vita” (Giovanni 8, 12).
Il nucleo centrale della parte inferiore del capolavoro, vede la rappresentazione della Vergine orante affiancata dai quattro Arcangeli (Raffaele, Michele, Gabriele e Uriele); ai lati del finestrone centrale, sono rappresentate le figure degli Apostoli (Filippo, Giacomo, Andrea, Simone, Bartolomeo e Tommaso) e degli Evangelisti (Marco, Matteo, Giovanni e Luca), mentre nelle pareti laterali si contrappongono figure regali e figure sacerdotali; ciascuna figura è accompagnata dal proprio “titulus” in greco che ne permette l’esatta identificazione.
Peculiare anche la decorazione delle due absidi laterali, entrambe sormontate da archetti incrociati e da mensoloni scolpiti con rappresentazioni di maschere, teste d’animali e figure umane.
Da un’accurata analisi dei mosaici è stato scoperto che le tessere utilizzate sono regolari, di forma tendente al quadrangolare e piuttosto piccole, nonché la maggior parte di esse sono di madreperla, ed hanno un colore ambrato.
Tra le numerose opere artistiche custodite nel duomo, menzioniamo: una tempera su tavola raffigurante una Croce, opera di Guglielmo da Pesaro; un dipinto su colonna (navata sinistra) che riproduce l’effige di "Urbano V", risalente alla fine del XIV secolo; un dipinto raffigurante una "Madonna in trono" del XV secolo situato nel braccio sinistro del transetto; il fonte battesimale, realizzato nel XII secolo utilizzando un unico blocco di calcare a lumachelle, e decorato da quattro leoncini scolpiti; due organi dipinti; l’altare d’argento risalente al XVIII secolo situato nella cappella del Santissimo Sacramento.
Da non perdere la visita al chiostro del complesso religioso, costruito nel XII secolo, e delimitato per tre lati da un portico a colonne binate con capitelli sovrastati da archi ogivali.