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Basilica di Santa Maria Maggiore ad Ispica

La Basilica di Santa Maria Maggiore situata in piazza Regina Margherita a Ispica, fu edificata dopo il devastante terremoto del 1693 al fine di custodirvi la statua del Santissimo Cristo alla Colonna, miracolosamente sopravvissuto alla distruzione della vecchia chiesa ubicata presso la Cava Ispica, e dedicata a Santa Maria della Cava.
Progettato dall’architetto Rosario Gagliardi, l’edificio sacro fu portato a termine nel 1725, anno della sua consacrazione, ma sfortunatamente nel 1727 dovette subire nuovamente i danni di un secondo devastante terremoto, che causò il crollo della navata destra, del tetto, e di una parte della cupola.
Seguirono subito i lavori di ricostruzione in occasione dei quali fu realizzato anche il noto loggione di forma semiellittica, opera dell’architetto Vincenzo Sinatra, costruito su modello del colonnato di San Pietro a Roma del Bernini.
La chiesa fu consacrata nel 1763 dal Vescovo De Requisens ed eretta a Monumento Nazionale nel 1908, inoltre i suoi affreschi sono considerati grandi capolavori pittorici del diciottesimo secolo in Sicilia, tant’è che una bozza del dipinto centrale raffigurante il Nuovo e il Vecchio testamento è custodita nel famoso Museo del Louvre a Parigi.
Tra il 1762 e il 1765 l’artista Olivio Sozzi realizzò i meravigliosi dipinti che decorano il tetto, il cappellone, e le quattro vele della cupola.
Il prospetto principale della basilica è diviso in due sezioni, di cui quello inferiore accoglie tre portali d’ingresso alle altrettante navate interne, con arco a tutto sesto, separati tra loro da sei lesene con capitelli in stile ionico, mentre la sezione superiore preceduta da un attico decorato da due volute e altrettante statue raffiguranti rispettivamente i Santi Gregorio e Rosalia, accoglie nella parte centrale un finestrone architravato con vetro decorato dal dipinto del Santissimo Cristo alla Colonna, lateralmente affiancato da quattro lese, due su ciascun lato; il tutto sovrastato da un frontone triangolare con Croce al vertice.
Esternamente si ergono maestosi anche il loggiato dell’architetto Vincenzo Sinatra di forma semiellittica composto da tredici arcate di cui tre centrali e dieci laterali, nonché l’imponente torre campanaria costruita nei primi anni del Settecento, dotata nel 1911 di una splendida cupola, opera di Carmelo Padova.
La basilica di Santa Maria Maggiore presenta internamente un impianto a croce latina diviso in tre navate separate da pilastri, lungo le quali si aprono quattro cappelle, di cui quella a destra custodisce la statua del Cristo alla Colonna, mente la cappella a sinistra ospita l’immagine della Santissima Assunta in Cielo; le altre due cappelle di fondo accolgono rispettivamente la statua lignea di Santa Maria Maggiore e il fonte battesimale in marmi pregiati con otto pannelli istoriati, opera di Salvo Monica, e la statua della Madonna Addolorata affiancata da un’urna contenente le reliquie di Martiri e Santi.
Lungo la navata centrale si possono ammirare i ventisei affreschi di cui citiamo: il dipinto situato nei pressi dell’ingresso raffigurate il Trionfo della Fede sull'idolatria; lo splendido affresco centrale noto con il nome “l’Antico ed il Nuovo Testamento” oppure il “Trionfo della Mensa Eucaristica”; e l’affresco che rappresenta il Trionfo della Chiesa sull'eresia.
Di notevole valore artistico sono anche gli affreschi che decorano la cupola della chiesa priva di tamburo, raffiguranti nei quattro pennacchi altrettante donne che simboleggiano i quattro continenti allora conosciuti ossia l’Europa, l’Asia, l’Africa, e l’America, mentre nelle quattro vele sono riprodotte le seguenti scene religiose: il trionfo delle Vergini; i fondatori degli Ordini religiosi (S. Ignazio di Loyola, S. Ignazio, S. Gaetano da Tiene, S. Domenico, S. Agostino, S. Francesco, il profeta Elia, e S. Teresa di Gesù); il Trionfo dei Santi e martiri illustri; infine i Patriarchi ed i Profeti (Mosè, Noè, Aronne, Abramo, Isacco, Gedeone, e il re Davide).
Lungo la parete sinistra del transetto si possono ammirare i seguenti affreschi: Il Trionfo del Redentore; la Vergine in gloria con l'Arcangelo Michele che con la spada di fuoco caccia Lucifero dal paradiso; il Profeta Isaia; e infine l'evangelista S. Luca con le parole del Magnificat della Vergine.
Segue la cappella dov’è custodita la famosissima statua del Cristo alla Colonna, miracolosamente salvata dal terremoto del 1693, risalente secondo alcuni studiosi ai primi secoli del Cristianesimo, di cui le due statue raffiguranti i soldati furono realizzate nel 1729 dallo scultore Francesco Guarino.
Affiancano la bellissima opera artistica le quattro tele della Passione (l'Agonia, l'Ecce Homo, la Via Crucis, e la Crocifissione), e quattordici quadretti della Via Crucis.
Una porta immette in una stanza conosciuta come la “casa della cera”, così chiamata per la presenza di numerosi oggetti di cera dati in voto dai fedeli al Padre alla Colonna per le grazie ricevute; qui è custodita anche l'urna di vetro col corpo dell’artista Olivio Sozzi.
Il centro focale di tutta l’opera pittorica è sicuramente la figura di Cristo che ascende al cielo, raffigurata nel centro del catino dell’abside sovrastato dalla colomba dello Spirito Santo e l'Eterno in Gloria, opera di Olivio Sozzi.
Da non perdere la visita alla Sacrestia, impreziosita dall’affresco del Mosè che riceve le Tavole della Legge, dipinto nel 1783 da Giuseppe Crestadoro.