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Duomo di Ragusa

Il duomo di Ragusa dedicato a San Giorgio ha origini antichissime, come antichissime sono le testimonianze dell’origine del culto in onore del Santo giunto in territorio siciliano nel XII secolo ad opera dei Normanni, ai quali si deve anche la costruzione del primo tempio a Lui dedicato nei pressi del castello bizantino, come testimonia una bolla di Papa Onorio III del 1217 custodita nell’Archivio dell’attuale chiesa di S. Giorgio.
Alla seconda metà del XV secolo risale la costruzione di un secondo edificio di culto dedicato a San Giorgio, distrutto dal violento terremoto del 1693, di cui si conserva solamente un portale ad arco acuto affiancato da colonnine a fascio, con lunetta decorata da un affresco raffigurante il Santo che uccide il drago, al quale si aggiungono bellissimi intagli e due rombi contenenti l’aquila aragonese.
La costruzione dell’ennesima chiesa dedicata a San Giorgio ebbe inizio nel 1744 e si concluse nell’aprile del 1767, sul sito dove si ergeva un preesistente edificio religioso intitolato a San Nicola, e ad opera dell’architetto Rosario Gagliardi.
Il progetto di Gagliardi è caratterizzato dalla maestosa facciata a torre lievemente convessa che incorpora il campanile e termina con una cuspide a bulbo, preceduta da un'alta scalinata, obliqua rispetto alla piazza sottostante, dalla quale la separa anche una cancellata in ferro battuto.
Le due sezioni del prospetto raccordate da due coppie di volute di cui quelle collocate nella parte inferiore ospitano le statue dei Santi Giorgio e Giacomo, mentre quelle situate nelle parte superiore raffigurano i Santi Pietro e Paolo.
Il portale centrale è impreziosito da una cornice ricca di fregi e rilievi a motivi vegetali, mentre le porte lignee laterali hanno i battenti divisi in sei riquadri, entro cui sono intagliati episodi del martirio di San Giorgio, opera di Vincenzo Fiorello.
Il duomo presenta internamente un impianto a croce latina, diviso in tre navate, separate da dieci colonne in pietra, cinque su ciascun lato, e le braccia terminanti con absidi semicircolari.
Preziosi gli intagli che decorano il cornicione e i capitelli dei pilastri eseguiti tra il 1779 ed il 1781 dagli scultori Giambattista Muccio e Giorgio Nobile di Ragusa.
Ben sedici colonne sostengono la cupola a doppia calotta che si eleva nel punto di intersezione del transetto con la navata centrale, realizzata nel 1820 su progetto dell'architetto Stefano Ittar, e ad opera dall’operaio Carmelo Cutraro.
Lungo le navate laterali si susseguono una serie di cappelle dove sono custodite le tele dei migliori artisti del settecento siciliano, tra cui D'Anna, Tresca, e Manno.
Pregevoli i due simulacri collocati al di sopra delle altrettante porte laterali, di cui l’uno è la statua raffigurante San Giorgio a Cavallo, opera dello scultore Bagnasco, mentre l’altro è la cassa-reliquiario in lamina d'argento sbalzata, realizzata nel 1818 da Domenico La Villa; entrambe le opere artistiche vengono portate ogni anno in processione, in occasione della festa patronale di San Giorgio.
Tra le opere monumentali custodite all’interno della chiesa ricordiamo anche l’organo a 3368 canne, costruito nel 1887 ad opera della ditta "Serassi" di Bergamo, e ospitato in una zona sovrastante la navata centrale.
Da non perdere la visita alla sacrestia dov’è custodita una tribuna in pietra calcarea nel cui nucleo centrale è raffigurato San Giorgio a cavallo nell’atto di uccidere il drago, opera dello scultore Antonino Gagini, di cui si conserva tutt’ora nei pressi del fonte battesimale, una statua raffigurante il David.