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Castello Aragonese di Reggio Calabria

Il castello Aragonese di Reggio Calabria situato in piazza Castello,fu edificato in un periodo antecedente all’arrivo in città degli Aragonesei, ossia durante il periodo ellenistico, anche se si trattava di una semplice fortificazione militare, difesa da una possente cinta muraria, che durante il periodo imperiale romano, non fu mai restaurata.
Sotto l'imperatore Giustiniano I, la città era priva di fortificazioni, e fu solo con l’arrivo in città di Belisario, che si procedette al restauro della cinta muraria, e la trasformazione della collina del castello in un bastione angolare, rivolto verso la montagna.
Nel 1059, il castello cadde nelle mani dei Normanni, ai quali si deve la costituzione di una corte; a questi successe nel 1266 Carlo I d'Angiò.
Durante il regno di Federico II di Svevia, la fortezza si presentava a pianta quadrata, con quattro torri angolari, anch'esse di forma quadrata.
Data l'importanza strategica, il castello subì una continua serie di restauri e di modifiche, tutti tesi ad adeguare la struttura difensiva all'evoluzione delle macchine d'assedio, e poi alle artiglierie con polvere da sparo.
Al 1485 risalgono le torri merlate, un rivellino, e un fossato, realizzati su commissione del Re Ferrante, e sotto la direzione dell’architetto Baccio Pontelli, mentre al 1539 furono eseguiti i lavori di ampliamento per volere di Pietro da Toledo, al fine di rifugiarvi quasi mille persone, in fuga dalle invasioni dei Turchi.
Sotto Ferdinando I, il castello fu adibito in caserma, ma per fare questo fu necessario la demolizione del rivellino, e l'unificazione del piano interno.
Nel 1860, la città e il suo castello furono espugnati da Giuseppe Garibaldi, quindi con l'unità d'Italia, il bastione venne considerato un elemento estraneo al nuovo assetto urbanistico, e pronto per essere distrutto.
A questa decisione di oppose l’allora Ministro della Pubblica Istruzione, affermando che il castello era un monumento archeologico.
A partire dal 1892 gran parte della fortezza fu demolita, lasciando in piedi solo le due torri aragonesi, al cui interno dal 1986 è ospitata la sede dell'Osservatorio dell'Istituto Nazionale di Geofisica, nonché dal 2004 accoglie una importante sede espositiva.