ByItaly
  Italiano   
Ischia
Firenze
Tremiti
Caserta
Venezia

Cattedrale di S. Bartolomeo e Chiostro Normanno

La cattedrale di San Bartolomeo situata nella parte alta dell’isola nota come l’Acropoli di Lipari, fu edificata nel 1084 su commissione di Ruggero I il Normanno, fautore di un periodo di fioritura economica e culturale, sul sito dove si ergeva una preesistente chiesa di piccole dimensioni eretta dopo il crollo dell'Impero romano d'Occidente, e distrutta nell'838 dagli islamici, a sua edificata sulle fondamenta di un tempietto pagano.
Realizzata grazie all’opera dell'abate Ambrogio coadiuvato dai frati dell’ordine Benedettino, la chiesa abbaziale con l'attiguo monastero, divenne cattedrale nel 1131 con la promozione a vescovo abate, Giovanni di Pèrgana, al quale si devono i lavori di ampliamento della struttura, nonché la realizzazione del primo chiostro latino-normanno di Sicilia, contraddistinto da quattro ambulacri, di cui tre sono stati riportati alla luce durante le campagne di scavo.
Restaurato tra il 1450 e il 1515, il sacro edificio nel 1544 fu incendiato per mano dei Turchi,
e nuovamente sottoposto a lavori di ricostruzione eseguiti nella seconda metà del Cinquecento, al termine dei quali la struttura risultava solo in parte innovata, mantenendo dell’originaria costruzione
le volte a crociera ogivali, affrescate nel Settecento con scene Bibliche.
La navata interna fu coperta da una magnifica volta a botte, alta e oblunga, e affiancata ai lati da una serie di cappelle, in particolare quelle aperte sul lato destro furono realizzate utilizzando gli spazi compresi fra le colonne dell'ambulacro nord del chiostro.
Al 1755 risalgono i lavori di ampliamento della chiesa, con la costruzione delle due navate laterali, per la quale fu necessario la demolizione di un intero settore del chiostro benedettino.
a questo periodo si collocano anche i lavori di costruzione del nuovo prospetto caratterizzato da un magnifico portale di bronzo del 1980, dono degli abitanti a San Bartolomeo come ex voto per lo scampato pericolo durante il terremoto.
La cattedrale custodisce internamente preziose opere d’arte tra cui citiamo: la statua d’argento di San Bartolomeo realizzata nel 1728, ospitata sull’altare maggiore; una tavola pittorica raffigurante Santa Caterina d'Alessandria rappresentata a figura intera, affiancata da due angeli che le reggono la corona, nella cui mano destra impugna una spada con la quale colpisce un turco, mentre con l’altra regge la palma del martirio, opera di Giovanni Filippo De Floris; un dipinto raffigurante la Madonna che porge il Rosario a San Domenico, mentre diversi fedeli si riuniscono intorno al suo trono, impreziosito tutt’intorno da quindici quadretti che rappresentano i misteri, e una predella con la predica di San Tommaso; la tavola della Deposizione del XVI secolo; il reliquiario della Santissima Croce collocabile tra la fine del XVI e gli inizi del XVII secolo, entro cui sono custoditi sei frammenti di legno in una piccola croce d’argento dorata posta in un ostensorio con piede d’argento dorato con una croce alla sommità; un organo realizzato nel 1763 da Emanuele Buongiorno, per volere del vescovo Vincenzo Maria De Francisco.
Lungo la navata destra si apre l’accesso al chiostro normanno un tempo parte integrante del monastero benedettino, realizzato dai monaci benedettini su commissione di Ruggero I il Normanno, e ricostruito nel 1131 per ordine di Ruggero II.
Nuovi lavori di ricostruzione furono necessari per far fronte ai danni causati dall’incendio provocato dai Turchi, predisposti da Carlo V e proiettati in particolare verso la fortificazione del castello, e la costruzione di una nuova chiesa di dimensioni più grandi rispetto alla precedente, lasciando il chiostro in uno stato di abbandono.
Riportato alla luce nel 1978 da Luigi Pastore il chiostro presentava una forma quadrangolare con il lato nord più corto, e al centro un giardino delimitato da un portico con colonnato di cui si conservano i magnifici capitelli in pietra caratterizzati da una duplice decorazione, vale a dire geometrica fitomorfa, contraddistinta dalla presenza di un monogramma, e figure simboliche a rilievo, o tipicamente romanica cistercense del XII secolo.