Museo Archeologico Eoliano Luigi Bernabò Brea
Il museo archeologico regionale eoliano di Lipari fu fondato a partire dal 1950, in contemporanea con l’inizio dei lavori di scavo e ricerche archeologiche, grazie all’opera dell’archeologo Luigi Bernabò Brea, al quale nel 2000 è stato dedicato il museo stesso, allestito in alcuni ambienti del castello e del palazzo arcivescovile dell’isola.
Naturalmente, il museo che noi tutti oggi possiamo ammirare è il frutto di un’energica e ininterrotta attività archeologica svolta dallo studioso nel corso degli anni, attraverso la quale da un primo piccolo nucleo si è giunti ad una grande struttura dove si possono ammirare nuove collezioni e nuovi reperti riportati alla luce durante i sistematici scavi condotti non solo a Lipari, ma anche nelle isole minori.
Il percorso espositivo si divide in cinque sezioni attinenti alla storia millenaria dell'arcipelago, dislocate in differenti edifici di notevole interesse storico: il Padiglione di Archeologia Preistorica è allestito nelle sale del seicentesco Palazzo Vescovile, adiacente alla cattedrale di San Bartolomeo;
il Padiglione Epigrafico ospitato in un piccolo edificio risalente al 1920; il Padiglione di Archeologia Classica affiancato da nuove sale dedicate all'Archeologia Sottomarina, alla collezione delle maschere e statuette teatrali, collocato in un edificio ubicato tra la Cattedrale e l'Ostello della gioventù; Padiglione delle Isole Minori dove sono esposti i materiali provenienti dalle altre isole eoliane allestito in un piccolo edificio antistante a quello della Sezione Preistorica; e infine il Padiglione di Vulcanologia che ha sede in un edificio del XIV secolo, ubicato di fronte alla Sezione Preistorica.
La visita al museo è una tappa fondamentale per coloro che vogliono conoscere l'origine degli insediamenti e la storia dell’Arcipelago delle isole Eolie, resa possibile anche grazie alla presenza di apposite didascalie, in italiano ed in inglese.
La prima sezione dedicata all’archeologia preistorica allestita nelle sale dei primi due piani del palazzo Vescovile, espone i reperti appartenenti alle culture che si sono susseguite nell'isola di Lipari a partire dall'Età del Neolitico Medio (ultimi secoli V millennio a.C.) fino ad arrivare all'Età del Bronzo (dal II millennio agli inizi del IX secolo a.C.), nonché del materiale risalente alla fondazione di Lipàra (580/576 a.C.) ad opera di coloni provenienti dall'isola di Cnido.
Segue la visita alla sezione epigrafica accessibile dalla sala X della Sezione Preistorica, caratterizzata da uno spazio aperto, dove sono ospitati alcuni sarcofagi litici provenienti dallo scavo della necropoli greca di contrada Diana, collocabili tra il IV e il III secolo a.C., affiancati da una serie di stele funerarie in pietra lavica, risalenti al periodo che va dal III al I secolo a.C., nonché oltre trecento reperti fra cippi e stele funerarie iscritte, appartenenti per forma a differenti periodo storici: i cippi "a pilastrino" sono collocabili tra il VI e il V secolo a.C.; i cippi "a blocco parallelepipedo" su plinto risalgono al periodo compreso tra il V e il IV secolo a.C.; le stele "a lastrone" furono realizzate durante i periodi Tardo-Ellenistico, e Romano-Repubblicano. Da ammirare anche le iscrizioni funerarie di Età Cristiana realizzate su lastre marmoree, tra il IV e il V secolo d.C..
La sezione dedicata alle isole Minori comprende il materiale archeologico riportato alla luce durante le campagne di scavo condotte sulle isole di Salina, Filicudi, Panarea, Alicudi, e Stromboli.
Risalenti al periodo che dal Neolitico và all’Età del Bronzo, i reperti comprendono: grandi pithoi; ceramica dipinta bicroma, bande rosse su fondo crema; corredi tombali; corredi funerari di alcune sepolture ricavate all’interno di anfratti naturali; materiali come orci, brocche, scodelle carenate, uncini fittili.
Il percorso espositivo continua con la visita alla sezione Archeologia Classica allestita sui tre piani di un edificio un tempo appartenuto al campo di confino fascista, di cui al piano terra sono ospitati i reperti provenienti dagli scavi archeologici di Milazzo, e le ricostruzioni fedeli di un tratto della necropoli del "predio Caravello" risalente al XIV secolo a.C., della necropoli Protovillanoviana dell’ "Istmo", e infine della necropoli greco-arcaica di Milazzo ad incinerazione.
Da non perdere la visita alla sezione di archeologia marina ivi collocata comprendente numerose anfore provenienti da circa venti relitti identificati nelle acque dell'arcipelago.
Al secondo piano del padiglione sono esposti molti corredi tombali provenienti dalla necropoli di contrada Diana, collocabile tra il VI secolo a.C. e il 252/251 a.C.
Si tratta di ceramica a figure nere sul fondo rosso dell'argilla o, in alcuni casi, su fondo bianco, in particolare vasetti plastici, statuette raffiguranti veri e propri "quadretti" di vita domestica, e alcuni oggetti in bronzo, specchi, strigili, un'hydria decorata sull’orlo da un busto femminile.
La sezione termina al terzo piano con il materiale riguardante la storia di Lipari, dall' Età Romana fin oltre l'Età Medievale.
Qui si possono osservare corredi funerari collocabili tra la seconda metà del III secolo a.C., e gli inizi dell'Età Tardo Imperiale Romana, caratterizzata da una vasta produzione vascolare.
Seguono i reperti risalenti alla fine dell'XI secolo d.C. comprendenti ceramiche da forme aperte: coppe, ciotole, piatti, e catini; tutti decorati a motivi vegetali.
Si aggiungono sarcofagi in pietra, e vasi utilizzati come contenitori di corredi funerari o destinati ad incinerazioni, di stele funerarie iscritte.
L’ultima sezione del museo eoliano introduce alla conoscenza delle caratteristiche geologiche delle isole Eolie, di origine vulcanica, attraverso la visione di plastici, carte e fotografie e l'esposizione di campioni delle rocce vulcaniche locali.
Da non perdere la visita alla sezione di Paleontologia del Quaternario allestita in una sala del castello, in passato infermeria del campo di confino fascista, e dedicata ai sedimenti fossiliferi dell'Arcipelago Eoliano.